L'Africa in casa

dallo spettacolo "Storie a Go(r)go!"

 

LUCIA Gli occhi fissavano il foglio dell’ultimo tema dell’anno scolastico e come sempre regnava la scritta in rosso:

ANTONIO “ Fuori tema, fantasie inutili”.

RITA 1 Poi vicino un bel 2! In tutto l’anno il professore di italiano era stato irremovibile con lui, appena accennava a scrivere cose un po’ diverse dal titolo arrivava la sentenza: il solito 2

EGIDIA Aveva cercato il confronto per capire dove sbagliasse, ma il commento dell’insegnante era sempre:

ANTONIO “ O stai nel tema o io ti boccio e basta”.

EGIDIA Si sentiva un uomo tutto d’un pezzo che sapeva quel che voleva, non tollerava contraddizioni e soprattutto era contrario alla fantasia di questo alunno.

GIOVANNI Dopo otto giorni arrivò la pagella, i voti di italiano, storia e geografia, le materie del professore, erano tutte sotto il 5 e la conseguenza fu:

TUTTI BOCCIATO!

GIOIA L’estate fu un martirio a sudare sui libri per essere pronto per l’anno dopo, i genitori che gli stavano addosso e che ripetevano in continuazione:

RITA 2 e GIOVANNI “ E’ solo colpa tua”. “ E’ solo colpa tua”. “ E’ solo colpa tua”. “ E’ solo colpa tua”.

GIOIA Lui al contrario pensava ad una cosa sola : doveva cambiare tutti i compagni di classe e non sapeva a cosa andasse incontro.

RITA 1 Ripeté l’anno scolastico, e senza fatica risultò il primo della classe. Volevano addirittura dargli la medaglia d’oro (in quei tempi si usava con gli studenti più meritevoli), ma lui la rifiutò e non si presentò alla premiazione dicendo:

BRUNO “E’ stato facile , molte cose le sapevo già”.

LUCIA Ecco perché terminò la terza media un anno dopo ritrovandosi al ginnasio più vecchio degli altri. Si accomodò al banco, era sempre il terzo dell’ultima fila, dalla cartella prese il quaderno nuovo ed osservò il professore.

ANGELA Era un prete giovane sulla trentina, portava gli occhiali e continuava a guardarsi in giro per memorizzare quelle facce con cui avrebbe lavorato per due anni.

SAVERIO “Ragazzi... il primo compito in classe che faremo oggi sarà un tema, perché così vuole l’orario”.

EGIDIA Brusio generale! (tutti fanno il brusio sino a dissolvere) Qualcuno di malavoglia prese la penna stilografica facendo un po’ di rumore come per rallentare il tempo e vedere se il professore cambiasse idea. Il professore con sarcasmo :

SAVERIO “Se perdete tempo... vi restano tre ore scarse, poi non lamentatevi se non terminate. Andiamo al titolo”.

EGIDIA Ci fu un silenzio glaciale. Tutti pendevano dalle sue labbra.

-SAVERIO “Immaginatevi soli in camera vostra, non potete uscire per il troppo caldo, descrivete cosa osservate dalla finestra della vostra camera”.

EGIDIA Al nuovo liceale, cadde subito la penna:

BRUNO “Adesso cosa scrivo, che dalla mia stanza all’ultimo piano vedo solo un muro grigio ed un pezzo di tetto?”

GIOVANNI Dire che fosse in panico era poco, il foglio bianco aveva bisogno di essere riempito di parole, ma nella sua mente risuonava solo:

ANTONIO “Fuori tema”

GIOVANNI …e quattro come voto, nella migliore delle ipotesi.

GIOIA I suoi compagni cominciarono a scrivere in brutta, ed erano rapidi, lui al contrario aveva sempre il foglio immacolato; non sapeva che pesci pigliare.

RITA 1 Si ricordò che suo padre in vacanza gli aveva fatto leggere un libro che parlava d’Africa, delle foreste, delle savane e delle bestie feroci che per sopravvivere uccidevano gli animali più deboli.

BRUNO “Si, ma che c’entra?”

RITA 2 Allo stesso tempo il ricordo di quel libro gli aveva aperto l'immaginazione. Bastò questo per farlo ripartire. In un baleno casa sua divenne una foresta piena di liane, con leoni, pantere, elefanti e gazzelle, naturalmente dentro l’acqua ci mise pure gli ippopotami.

LUCIA Voleva aggiungere anche qualche rinoceronte, ma il cortile di casa a pensarci bene era troppo piccolo. Scrisse in brutta quattro pagine di protocollo, che poi mise in bella copia, era contento di quello che aveva scritto e non vedeva errori di grammatica alla seconda rilettura.

ANGELA Dopo due giorni il professore di lettere arrivò con il fascio dei temi: ennesimo silenzio assoluto e in men che non si dica iniziò a chiamare in ordine alfabetico:

SAVERIO “Questo mi sembra un po’ banale ed insufficiente”.

ANGELA Passando al secondo e così via fino al decimo i giudizi sono taglienti e le insufficienze fioccano a gogò. Il ragazzo osservò una cosa strana :

BRUNO “Ha saltato il mio cognome e questo non è bello per niente”.

RITA 2 Il professore arrivò alla “zeta”, sì perché c’era un alunno di cognome Zanzara che chiudeva l'elenco, quindi rimase con due temi in mano esclamando:

SAVERIO “Me ne restano due e non so che dire…”

RITA 2 Nell'aula l'aria si tagliava a fette. Rimanevano solo il giovane liceale e il suo compagno di banco. Quindi il professore ruppe l'imbarazzo:

SAVERIO “Davvero geniali e con una fantasia unica”.

RITA 2 Poi chiamò il primo dei due, il compagno di banco. Gli consegnò il tema e proseguì:

SAVERIO “Quest'ultimo lo deve leggere l’interessato perché è davvero unico. Forza, vieni vicino alla cattedra e leggi che poi ti do il voto”.

GIOVANNI Con vivo imbarazzo il più vecchio della classe si diresse al fianco alla cattedra, e incespicando nelle parole iniziò la lettura. Alla seconda pagina non leggeva più e lo recitava a memoria perché se lo ricordava tutto.

EGIDIA Terminata la lettura tutti i compagni picchiavano il righello sul banco in segno di approvazione. Lui non capiva bene cosa stesse accadendo, ma sentì il professore esclamare:

SAVERIO “Nessun errore, una fantasia senza limiti, un’Africa che non esiste, ma un tema ben fatto. Era questo che volevo e non banali descrizioni. Sapete, di solito assegno al massimo sette, ma questo è da otto pieno. Ben fatto!”.

TUTTI (come fosse un'eco) “...ben fatto”

EGIDIA erano le parole che più gli rintronavano nella testa, ed erano state dette di un suo scritto. Passò qualche settimana ed un mattino in aula trovò un biglietto:

SAVERIO “Vieni dopo le lezioni nel mio studio che ti devo parlare”.

GIOIA Nel pomeriggio si diresse nello studio del professore e lo trovò sorridente, gli porse un libro e gli disse :

SAVERIO “Leggilo, fammi il riassunto e dammi le tue impressioni, il tutto scritto”.

GIOIA Il volume si intitolava “ Storia del sale” ed erano più di cento pagine.

SAVERIO “Non leggerlo tutto d’un fiato – insistette il professore – perché è un saggio, e mi accorgo se mi inventi cose come sei solito fare!”

GIOVANNI La sera nell’aula di studio della scuola, nel collegio dei preti, dopo aver fatto i compiti e studiato le lezioni, riprendeva il volume datogli dal professore e si segnava tutti i passaggi perché aveva paura che la memoria non lo sostenesse e quindi di non riuscire a sostenere il compito assegnatogli.

RITA 1 Dopo una quindicina di giorni, alla terza ora, finito il solito tema quindicinale, consegnò anche in bella copia le sei pagine di riassunto e di impressioni sul libro che parlava del sale.

ANGELA Nei giorni a seguire non ci fu nessuna reazione da parte del professore, sembrava essersene completamente disinteressato. Lo studente era decisamente preoccupato perché pensava di aver fatto un pessimo lavoro, non all'altezza.

RITA 2 Quando ormai sembrava essersene dimenticato anche il giovane liceale, il professore lo convocò da lui in studio e gli mostrò un articolo di giornale in cui si recensiva “La Storia del sale”. L’articolo riportava il nome del professore e sotto “con la collaborazione di Giacomo B.”. Non convinto chiese:

BRUNO “Perché il mio nome visto che l’ha scritto lei?”

SAVERIO “Si, l’ho scritto materialmente io, ma ho usato i tuoi appunti e le tue impressioni e direi che ne è uscito un buon lavoro, no?”.

EGIDIA Uscita dallo studio nella testa gli risuonavano le parole del vecchio professore delle medie:

ANTONIO “Finisci in fretta la scuola e vai a lavorare, altrimenti te ne accorgerai che non sarai in grado di portare a termini le superiori!”

EGIDIA Quello stesso giorno comprò una grande busta bianca e prese il francobollo che gli avrebbe permesso di aggiungere un foglio in più nelle busta.

LUCIA Si, perché la vendetta sarebbe stata servita semplicemente scritta. Infatti sul foglio in più appuntò :

BRUNO “Da un suo allievo somaro”!

LUCIA Giacomo non ha mai ricevuto risposta, non seppe più niente di quel professore, ma in fondo non gli interessava più perché aveva scoperto che sapeva scrivere articoli sui libri e difatti sarebbe diventata la sua professione.